Un forum mondiale sulla felicità
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Un forum mondiale sulla felicità
Un forum mondiale sulla felicità
Ne discutono a San Francisco gli studiosi delle discipline più disparate
Un'immagine dal film «La ricerca della felicità»
di Gabriele Muccino (Omega)
«Non possiamo garantire la serenità economica, ma possiamo essere felici di spirito»: sono le parole di Robina Courtin, organizzatrice dei due giorni della conferenza «Happiness & Its Causes», il forum interamente dedicato al tema della felicità che si è tenuto per la prima volta a San Francisco.
IL MEETING - Nel bel mezzo del più grande crollo finanziario dell'ultimo quarto di secolo, numerosi esponenti del mondo dell'educazione, della psicologia, biologia, medicina, religione e filosofia si sono riuniti per discutere dell'importanza di conoscere e comprendere scientificamente e storicamente il significato della felicità. Perché «quando ci si prospetta un futuro economicamente faticoso, ecco che si guarda subito a ciò che ci rende realmente felici», ha detto Lawrence Rose, editore di Psychology Today, il quale ha spiegato che, in una situazione come l'attuale, osservare gli eventi da una prospettiva più introspettiva aiuta molto.
TEMI - Così si è discusso di compassione, di ricerca della felicità e del «perché alle zebre non viene l'ulcera» – titolo di uno dei temi del convegno – del ruolo del supporto emotivo per i malati di cancro, dell'importanza di avere un atteggiamento positivo e di ridurre lo stress e, non ultimo, dell'ideale di «vivere il presente». Senza dimenticare che «ogni qual volta succede qualcosa di brutto bisogna avere coraggio e dire a se stessi che si è in grado di gestire anche le cose più negative», come ha detto la Courtin.
L'INDUSTRIA DELLA FELICITÀ - L'incontro di San Francisco è la prova di come, in questi ultimi anni, attorno al tema della felicità si sia creata una vera e propria industria: se ne discute nelle aule universitarie, è diventato argomento di ricerca accademica e se ne parla in un numero sempre maggiore di libri. «Sappiamo molto di più sulla tristezza che sulla felicità», ha detto il dottor Paul Ekman, lo psicologo noto per aver decifrato le microespressioni facciali che sono in grado di rivelare i sentimenti. Ma per fortuna tutti gli studi condotti sull'argomento nel corso degli ultimi decenni concordano nel dire che – davvero – il denaro non fa la felicità, e i Masai del Kenya ne sono la dimostrazione: secondo quanto messo in luce da una delle tante ricerche del caso, infatti, la popolazione indigena keniota sarebbe felice tanto quanto i fortunati che appaiono nella classifica degli uomini più ricchi d'America stilata da Forbes. Ma quella della fortuna è un'altra storia…
(da Corriere.it)
Ne discutono a San Francisco gli studiosi delle discipline più disparate
Un'immagine dal film «La ricerca della felicità»
di Gabriele Muccino (Omega)
«Non possiamo garantire la serenità economica, ma possiamo essere felici di spirito»: sono le parole di Robina Courtin, organizzatrice dei due giorni della conferenza «Happiness & Its Causes», il forum interamente dedicato al tema della felicità che si è tenuto per la prima volta a San Francisco.
IL MEETING - Nel bel mezzo del più grande crollo finanziario dell'ultimo quarto di secolo, numerosi esponenti del mondo dell'educazione, della psicologia, biologia, medicina, religione e filosofia si sono riuniti per discutere dell'importanza di conoscere e comprendere scientificamente e storicamente il significato della felicità. Perché «quando ci si prospetta un futuro economicamente faticoso, ecco che si guarda subito a ciò che ci rende realmente felici», ha detto Lawrence Rose, editore di Psychology Today, il quale ha spiegato che, in una situazione come l'attuale, osservare gli eventi da una prospettiva più introspettiva aiuta molto.
TEMI - Così si è discusso di compassione, di ricerca della felicità e del «perché alle zebre non viene l'ulcera» – titolo di uno dei temi del convegno – del ruolo del supporto emotivo per i malati di cancro, dell'importanza di avere un atteggiamento positivo e di ridurre lo stress e, non ultimo, dell'ideale di «vivere il presente». Senza dimenticare che «ogni qual volta succede qualcosa di brutto bisogna avere coraggio e dire a se stessi che si è in grado di gestire anche le cose più negative», come ha detto la Courtin.
L'INDUSTRIA DELLA FELICITÀ - L'incontro di San Francisco è la prova di come, in questi ultimi anni, attorno al tema della felicità si sia creata una vera e propria industria: se ne discute nelle aule universitarie, è diventato argomento di ricerca accademica e se ne parla in un numero sempre maggiore di libri. «Sappiamo molto di più sulla tristezza che sulla felicità», ha detto il dottor Paul Ekman, lo psicologo noto per aver decifrato le microespressioni facciali che sono in grado di rivelare i sentimenti. Ma per fortuna tutti gli studi condotti sull'argomento nel corso degli ultimi decenni concordano nel dire che – davvero – il denaro non fa la felicità, e i Masai del Kenya ne sono la dimostrazione: secondo quanto messo in luce da una delle tante ricerche del caso, infatti, la popolazione indigena keniota sarebbe felice tanto quanto i fortunati che appaiono nella classifica degli uomini più ricchi d'America stilata da Forbes. Ma quella della fortuna è un'altra storia…
(da Corriere.it)
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