Mio figlio disabile
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Mio figlio disabile
"Mio figlio disabile:
Una persona speciale che ha diritto a una vita normale"
Una persona speciale che ha diritto a una vita normale"
Sono madre di un bambino disabile.
Forse solo chi vive in prima persona quest’esperienza può veramente capire il suo più profondo significato.
Ci sono tanti tipi di disabilità: psichica, fisica, congenita, acquisita.
E tanti sono i disabili, per genere, classe, età.
Con una caratteristica comune: ognuno di loro è una persona.
Mi piace fare riferimento a “Storia degli Autismi”, un libro toccante scritto dai coniugi Brauner che hanno dedicato la propria vita ad aiutare bambini reduci da guerre e affetti da gravi disabilità.
Nello scrivere questo libro “forte” hanno cercato nelle tradizioni popolari le tracce di quelli che erano i bambini disabili vissuti secoli fa.
Considerati cattivi, indemoniati, pazzi, venivano maltrattati e abbandonati a loro stessi o a morte certa.
D’altronde, da Sparta al Nazismo, la Storia è un susseguirsi di maltrattamenti verso i “diversi”.
Per fortuna qualcosa è cambiato.
Da quando ho scoperto che nome avesse la patologia di cui soffre mio figlio ho conosciuto tante persone affette dalle più varie forme di disabilità e non posso che essere felice di vivere in quest’epoca in cui si sono affermati dei concetti fondamentali:
La consapevolezza dell’esistenza della disabilità e del disabile e i tentativi di integrare socialmente i soggetti con handicap.
C’è ancora tantissimo da fare.
Si è scritto tanto sulla necessità di abbattere le barriere ma la vere “barriere” che impediscono l’integrazione sociale e lavorativa non sono solo quelle architettoniche e fisiche.
Sono barriere l’ottusità e l’arretratezza culturale di chi considera le persone con handicap dei soggetti senza diritti, delle persone che non possono dare nulla alla comunità e altrettanto devono ricevere.
Molti provano pena per un disabile, ma nulla di più.
Non importa se quella persona in carrozzina non può uscire ”Tanto ormai... stia a casa!”
Non importa se un bambino con ritardo mentale non riesca a studiare e integrarsi nella scuola “Tanto, poverino, cosa si può pretendere da uno così?”.
Fortunatamente non tutti siamo uguali ed esistono tante persone che dedicano le proprie risorse al bene altrui.
Alcuni vi dedicano la vita.
Conosco medici che per il benessere dei loro pazienti fanno tutto quanto in loro potere e anche di più, conosco insegnanti, educatori, assistenti sociali che dedicano più del tempo che gli sarebbe chiesto per raggiungere lo stesso scopo.
Abbattere una barriera come l’ignoranza o come l’insensibilità, sarebbe una delle strade più proficue da percorrere.
Vorrei concludere con un pensiero particolare e un bacio a mio figlio, che io definisco un bambino “speciale“ e che è la mia grande e vera ragione di vita.
Maria Lucia Meloni
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