Problema cervicale
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Problema cervicale
Uno dei punti più delicati del corpo umano è il tratto cervicale. Soprattutto quando si pedala, è necessario seguire alcune norme per evitare fastidi.
La cervicale è un punto delicato un po’ per tutti. Chiunque, almeno una volta nella vita, ha sofferto di torcicollo e con il passare degli anni i problemi artrosici si fanno sentire sempre di più. I traumi cervicali lasciano molto spesso il segno: ad esempio, i traumi cervicali da tamponamento in auto, i cosiddetti traumi a “colpo di frusta”. Chi ha avuto la sfortuna di subirne, sa quanto ha penato per guarire e come, da allora, la sua cervicale sia diventata particolarmente delicata. Il ciclista che soffre di disturbi cervicali patisce la posizione in bicicletta se mantenuta a lungo, specie se impugna il manubrio nella parte bassa della piega o se è obbligato dall’andamento della strada, ad esempio in discesa, a mantenere a lungo le mani posizionate sui freni. Iniziano, così, le difficoltà a trovare la posizione corretta, si sposta su e giù il manubrio, si cambia l’attacco manubrio, cercando di far trovare un po’ di pace al povero collo. La soluzione, però, non è solo da ricercare nella posizione in bicicletta, ma anche nello stato e nella condizione della cervicale.
Cervicale e bicicletta
Chi soffre di cervicalgie ha spesso un cattivo rapporto con la bicicletta. La posizione in bicicletta obbliga a mantenere il capo in estensione, piegato indietro, richiedendo, di conseguenza, un impegno maggiore delle muscolatura. L’impegno dipende dalla posizione che si tiene sul manubrio e le posizioni più aerodinamiche sono quelle che richiedono uno sforzo maggiore. Il problema si potrebbe risolvere se, mentre si pedala, fosse possibile guardare sempre a terra, ma è d’obbligo guardare in avanti per vedere la strada ed eventuali pericoli da evitare. A differenza di quanto in genere si pensa, la posizione più comoda per la schiena, e anche per la cervicale, è la posizione distesa, quindi con manubrio basso e attacco manubrio e telaio adeguati alle proprie misure. In questo modo è più facile mantenere la posizione piegata in avanti, evitando un eccessivo lavoro del braccio, soprattutto della spalla e della muscolatura che si inserisce alla cervicale, per mantenere la posizione. In linea generale, il manubrio, rispetto alla sella, deve essere più basso di almeno 6 cm e, se il telaio è ben proporzionato, l’attacco non deve essere lungo meno di 10 cm. Sono regole generali: comunque, le misure del telaio si impostano sull’arto inferiore e sono individuali. Prima di imputare tutta la responsabilità dei nostri dolori alla bicicletta, ci si deve anche chiedere che cosa stiamo facendo per la nostra cervicale. Qualunque artifizio, qualunque correzione della posizione non frutteranno quanto sperato, se non siamo dotati di una cervicale con una buona mobilità e una buona forza muscolare. Per mantenere la cervicale in buone condizioni, sono sufficienti 10-15 minuti al giorno, da dedicare al miglioramento della mobilità e al rafforzamento della muscolatura.
La mobilità
Per migliorare la mobilità si ricorre a esercizi di stretching, di allungamento muscolare. La ridotta mobilità è infatti quasi sempre legata alla muscolatura, essendo gli impedimenti ossei rari e causati solo da importanti processi artrosici con deformazione delle vertebre. Quindi, con gli esercizi di stretching devono essere eseguiti tutti i movimenti che la cervicale e il capo possono compiere: flessioni in avanti e indietro, inclinazioni laterali, rotazioni e circonduzioni, compiendo dei movimenti abbinati in un esercizio unico e continuo. È opportuno eseguire gli esercizi in posizione tale da mantenere la schiena dritta e le spalle ferme. Il movimento deve essere il più lento possibile, soprattutto il movimento di ritorno. Raggiunto l’estremo del movimento, si deve mantenere per alcuni secondi la posizione. Tutta la muscolatura non interessata deve essere rilassata e la respirazione deve essere lenta e profonda: si inspira e si espira lentamente durante la fase di allungamento.
La cervicale è un punto delicato un po’ per tutti. Chiunque, almeno una volta nella vita, ha sofferto di torcicollo e con il passare degli anni i problemi artrosici si fanno sentire sempre di più. I traumi cervicali lasciano molto spesso il segno: ad esempio, i traumi cervicali da tamponamento in auto, i cosiddetti traumi a “colpo di frusta”. Chi ha avuto la sfortuna di subirne, sa quanto ha penato per guarire e come, da allora, la sua cervicale sia diventata particolarmente delicata. Il ciclista che soffre di disturbi cervicali patisce la posizione in bicicletta se mantenuta a lungo, specie se impugna il manubrio nella parte bassa della piega o se è obbligato dall’andamento della strada, ad esempio in discesa, a mantenere a lungo le mani posizionate sui freni. Iniziano, così, le difficoltà a trovare la posizione corretta, si sposta su e giù il manubrio, si cambia l’attacco manubrio, cercando di far trovare un po’ di pace al povero collo. La soluzione, però, non è solo da ricercare nella posizione in bicicletta, ma anche nello stato e nella condizione della cervicale.
Cervicale e bicicletta
Chi soffre di cervicalgie ha spesso un cattivo rapporto con la bicicletta. La posizione in bicicletta obbliga a mantenere il capo in estensione, piegato indietro, richiedendo, di conseguenza, un impegno maggiore delle muscolatura. L’impegno dipende dalla posizione che si tiene sul manubrio e le posizioni più aerodinamiche sono quelle che richiedono uno sforzo maggiore. Il problema si potrebbe risolvere se, mentre si pedala, fosse possibile guardare sempre a terra, ma è d’obbligo guardare in avanti per vedere la strada ed eventuali pericoli da evitare. A differenza di quanto in genere si pensa, la posizione più comoda per la schiena, e anche per la cervicale, è la posizione distesa, quindi con manubrio basso e attacco manubrio e telaio adeguati alle proprie misure. In questo modo è più facile mantenere la posizione piegata in avanti, evitando un eccessivo lavoro del braccio, soprattutto della spalla e della muscolatura che si inserisce alla cervicale, per mantenere la posizione. In linea generale, il manubrio, rispetto alla sella, deve essere più basso di almeno 6 cm e, se il telaio è ben proporzionato, l’attacco non deve essere lungo meno di 10 cm. Sono regole generali: comunque, le misure del telaio si impostano sull’arto inferiore e sono individuali. Prima di imputare tutta la responsabilità dei nostri dolori alla bicicletta, ci si deve anche chiedere che cosa stiamo facendo per la nostra cervicale. Qualunque artifizio, qualunque correzione della posizione non frutteranno quanto sperato, se non siamo dotati di una cervicale con una buona mobilità e una buona forza muscolare. Per mantenere la cervicale in buone condizioni, sono sufficienti 10-15 minuti al giorno, da dedicare al miglioramento della mobilità e al rafforzamento della muscolatura.
La mobilità
Per migliorare la mobilità si ricorre a esercizi di stretching, di allungamento muscolare. La ridotta mobilità è infatti quasi sempre legata alla muscolatura, essendo gli impedimenti ossei rari e causati solo da importanti processi artrosici con deformazione delle vertebre. Quindi, con gli esercizi di stretching devono essere eseguiti tutti i movimenti che la cervicale e il capo possono compiere: flessioni in avanti e indietro, inclinazioni laterali, rotazioni e circonduzioni, compiendo dei movimenti abbinati in un esercizio unico e continuo. È opportuno eseguire gli esercizi in posizione tale da mantenere la schiena dritta e le spalle ferme. Il movimento deve essere il più lento possibile, soprattutto il movimento di ritorno. Raggiunto l’estremo del movimento, si deve mantenere per alcuni secondi la posizione. Tutta la muscolatura non interessata deve essere rilassata e la respirazione deve essere lenta e profonda: si inspira e si espira lentamente durante la fase di allungamento.
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