Una rete planetaria di punti per la ricarica
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Una rete planetaria di punti per la ricarica
TECNOLOGIA
«Riempirò il mondo di vetture elettriche»
Better Place, l’idea di un giovane informatico israeliano
«Una rete planetaria di punti per la ricarica»
Signor Agassi ci può spiegare che cos’è Better Place?
«È una società di venture capital che vuol ridurre la dipendenza dal petrolio. L’obiettivo è creare un’infrastruttura per i veicoli elettrici in grado di offrire un sistema di mobilità individuale più pulito e sostenibile. Better Place abbatte le barriere che dividono la mobilità a benzina e diesel da quella elettrica, utilizzando una rete di punti di ricarica e di stazioni per il cambio delle batterie che diano all’automobilista un’autonomia molto ampia ad un costo inferiore».
Un sistema di mobilità che aiuta anche l’ambiente
«L’obiettivo di Better Place, come ho detto, è eliminare la dipendenza dal petrolio, che significa abbattere circa tre miliardi di tonnellate di CO2 l’anno prodotte dai veicoli. In pratica vogliamo realizzare una rete di punti di ricarica e trasformare le stazioni di servizio in stazioni di sostituzione delle batterie per alimentare i veicoli elettrici con energia rinnovabile».
Quali sono i requisiti richiesti ad un’area geografica per poter creare una rete Better Place?
«Ci rivolgiamo ad aree geografiche con alta densità di popolazione e intenso traffico pendolare. Aree che idealmente possiamo considerare delle "isole", relativamente al trasporto, come nel caso di Israele e delle Hawaii. Se l’area è piccola siamo in grado di completare la rete per l’auto elettrica sull’intero territorio. Se la superficie è più vasta, come in Australia e in California, cominciamo dalle aree urbane per poi espanderci».
Signor Agassi, pensa che la rete Better Place sia adatta anche all' Italia?
«Va bene in qualsiasi Paese, con zone ad alto traffico pendolare, che voglia liberarsi dalla schiavitù del petrolio ed abbia un governo disposto a varare politiche e incentivi favorevoli allo sviluppo dell'auto elettrica».
Che cos’è, in sintesi, una rete di punti di ricarica e di stazioni per il cambio delle batterie?
«È l’infrastruttura che Better Place realizza in un Paese. La rete di ricarica per l’auto elettrica consiste in una serie di punti per la fornitura dell’energia e di stazioni di servizio in cui sostituire le batterie esaurite. Con una forma di abbonamento, simile a quella dei telefoni cellulari, il proprietario dell’auto elettrica può avere accesso ai punti di ricarica e alle stazioni di sostituzione. Si parcheggia l’auto accanto alla colonnina, si collega il cavo e la rete sincronizza automaticamente la vettura al sistema e ricarica la batteria. Se si ha bisogno di maggiore autonomia si entra in una stazione di ricambio dove un braccio automatico provvede ad estrarre le batterie esaurite e a sostituirle con altre fresche«.
Esiste già una rete Better Place?
«La prima stazione di carica è già operativa a Tel Aviv, in Israele».
Ci sono contatti con altri Paesi?
«A dicembre abbiamo iniziato a lavorare con il Ministero dell’Ambiente giapponese. La prima stazione di ricarica a Yokohama sarà operativa a fine aprile. Inoltre siamo in trattativa con altri 25 Paesi per lo sviluppo delle infrastrutture per il trasporto sostenibile».
Chi costruirà le auto elettriche?
«Per ora abbiamo siglato un accordo con il gruppo Renault-Nissan che costruirà le auto elettriche per Israele e Danimarca. Le infrastrutture per alimentare i veicoli elettrici nei due Paesi saranno pronte entro 2011».
Sono interessati anche altri costruttori?
«Per ora collaboriamo con il gruppo Renault-Nissan, ma il rapporto non è esclusivo. Siamo in contatto con tutti i maggiori costruttori».
Può descrivere com'è la vostra auto elettrica?
«Abbiamo già due prototipi in grado di soddisfare le esigenze di massima degli automobilisti. Il primo è una Renault Megane elettrica. L’altro, la Better Place Nissan Rogue, derivata da una sport utility venduta California. I progressi tecnologici, in particolare quelli delle batterie, sono rapidi e dimostrano che le auto elettriche sono ogni giorno più avanzate e meno costose».
Che ruolo hanno i governi nella diffusione di massa della mobilità elettrica?
«Anche se ora il prezzo dei carburanti è più ragionevole per la recessione, la dipendenza dal petrolio non è più sostenibile. Benzina e gasolio costeranno sempre di più. Per questo è necessario che i governi varino nuove politiche di incentivi che contribuiscano a ridurre il costo delle auto elettriche a vantaggio dei primi consumatori».
Chi sono gli investitori hanno creduto nel progetto Better Place?
«Per ora Better Place ha ricevuto più di 200 milioni di dollari da investitori come la Israele Corp, e le americane Morgan Stanley e Vantage- Point Venture Partners.
(da Corriere.it)
«Riempirò il mondo di vetture elettriche»
Better Place, l’idea di un giovane informatico israeliano
«Una rete planetaria di punti per la ricarica»
Signor Agassi ci può spiegare che cos’è Better Place?
«È una società di venture capital che vuol ridurre la dipendenza dal petrolio. L’obiettivo è creare un’infrastruttura per i veicoli elettrici in grado di offrire un sistema di mobilità individuale più pulito e sostenibile. Better Place abbatte le barriere che dividono la mobilità a benzina e diesel da quella elettrica, utilizzando una rete di punti di ricarica e di stazioni per il cambio delle batterie che diano all’automobilista un’autonomia molto ampia ad un costo inferiore».
Un sistema di mobilità che aiuta anche l’ambiente
«L’obiettivo di Better Place, come ho detto, è eliminare la dipendenza dal petrolio, che significa abbattere circa tre miliardi di tonnellate di CO2 l’anno prodotte dai veicoli. In pratica vogliamo realizzare una rete di punti di ricarica e trasformare le stazioni di servizio in stazioni di sostituzione delle batterie per alimentare i veicoli elettrici con energia rinnovabile».
Quali sono i requisiti richiesti ad un’area geografica per poter creare una rete Better Place?
«Ci rivolgiamo ad aree geografiche con alta densità di popolazione e intenso traffico pendolare. Aree che idealmente possiamo considerare delle "isole", relativamente al trasporto, come nel caso di Israele e delle Hawaii. Se l’area è piccola siamo in grado di completare la rete per l’auto elettrica sull’intero territorio. Se la superficie è più vasta, come in Australia e in California, cominciamo dalle aree urbane per poi espanderci».
Signor Agassi, pensa che la rete Better Place sia adatta anche all' Italia?
«Va bene in qualsiasi Paese, con zone ad alto traffico pendolare, che voglia liberarsi dalla schiavitù del petrolio ed abbia un governo disposto a varare politiche e incentivi favorevoli allo sviluppo dell'auto elettrica».
Che cos’è, in sintesi, una rete di punti di ricarica e di stazioni per il cambio delle batterie?
«È l’infrastruttura che Better Place realizza in un Paese. La rete di ricarica per l’auto elettrica consiste in una serie di punti per la fornitura dell’energia e di stazioni di servizio in cui sostituire le batterie esaurite. Con una forma di abbonamento, simile a quella dei telefoni cellulari, il proprietario dell’auto elettrica può avere accesso ai punti di ricarica e alle stazioni di sostituzione. Si parcheggia l’auto accanto alla colonnina, si collega il cavo e la rete sincronizza automaticamente la vettura al sistema e ricarica la batteria. Se si ha bisogno di maggiore autonomia si entra in una stazione di ricambio dove un braccio automatico provvede ad estrarre le batterie esaurite e a sostituirle con altre fresche«.
Esiste già una rete Better Place?
«La prima stazione di carica è già operativa a Tel Aviv, in Israele».
Ci sono contatti con altri Paesi?
«A dicembre abbiamo iniziato a lavorare con il Ministero dell’Ambiente giapponese. La prima stazione di ricarica a Yokohama sarà operativa a fine aprile. Inoltre siamo in trattativa con altri 25 Paesi per lo sviluppo delle infrastrutture per il trasporto sostenibile».
Chi costruirà le auto elettriche?
«Per ora abbiamo siglato un accordo con il gruppo Renault-Nissan che costruirà le auto elettriche per Israele e Danimarca. Le infrastrutture per alimentare i veicoli elettrici nei due Paesi saranno pronte entro 2011».
Sono interessati anche altri costruttori?
«Per ora collaboriamo con il gruppo Renault-Nissan, ma il rapporto non è esclusivo. Siamo in contatto con tutti i maggiori costruttori».
Può descrivere com'è la vostra auto elettrica?
«Abbiamo già due prototipi in grado di soddisfare le esigenze di massima degli automobilisti. Il primo è una Renault Megane elettrica. L’altro, la Better Place Nissan Rogue, derivata da una sport utility venduta California. I progressi tecnologici, in particolare quelli delle batterie, sono rapidi e dimostrano che le auto elettriche sono ogni giorno più avanzate e meno costose».
Che ruolo hanno i governi nella diffusione di massa della mobilità elettrica?
«Anche se ora il prezzo dei carburanti è più ragionevole per la recessione, la dipendenza dal petrolio non è più sostenibile. Benzina e gasolio costeranno sempre di più. Per questo è necessario che i governi varino nuove politiche di incentivi che contribuiscano a ridurre il costo delle auto elettriche a vantaggio dei primi consumatori».
Chi sono gli investitori hanno creduto nel progetto Better Place?
«Per ora Better Place ha ricevuto più di 200 milioni di dollari da investitori come la Israele Corp, e le americane Morgan Stanley e Vantage- Point Venture Partners.
(da Corriere.it)
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