I ladri di biciclette tornano a colpire
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I ladri di biciclette tornano a colpire
MODENA - Eccolo qui, "quello che ciuffa la spìciola". Il giovanotto che sta rubando la bicicletta (a Modena, ha scritto Francesco Guccini, "la cicclo è detta in tante guise, bici ad esempio, biciclèina in volgare, bùrtel, spìciola o persino bicicletta, volendo...") ha in testa un cappellino.
Sono le ore 16,17 del 20 settembre e la telecamera inquadra il deposito biciclette davanti alla biblioteca Delfini. Ci vuole molta calma, per rubare una "cicclo" senza che nessuno se ne accorga. Il ladro arriva in bici, scende e lega il suo mezzo (con tutti i ladri che ci sono in giro...) con due catene. Poi si guarda attorno. Proprio lì accanto c'è una splendida mountain bike lasciata da uno studente appena entrato in biblioteca. Il ladro prende un tronchesino dallo zaino e zac, taglia le catene di sicurezza come fossero salsicce. Se ne va tranquillo, con la sua nuova mountain bike. La telecamera lo inquadra anche 55 minuti dopo, quando torna a prendere la sua bicicletta.
"In casi come questo - dice Enrico Guerra, ispettore dei vigili urbani modenesi - possiamo solo stare a guardare. Abbiamo cercato lo studente in biblioteca e non l'abbiamo rintracciato. Senza la sua denuncia e senza il corpo del reato è inutile avviare un procedimento. Il ladro, comunque, lo conosciamo. Lo terremo d'occhio...". Sarebbe un paradiso su due ruote, la città della Ghirlandina, se non ci fossero i nuovi ladri di biciclette. Più di 130 chilometri di piste ciclabili, una pianura liscia come il tagliere della sfoglia, depositi gratuiti dove le bici sono chiuse in gabbie come leoni, 272 ciclo comunali che si possono inforcare in 39 punti di prelievo... Qui diecimila bici hanno anche la targa. E' un adesivo che annuncia: "Attenzione: bicicletta registrata. Codici di protezione identificati dalle Forze dell'ordine". Ma basta girare per la città per capire che il furto della bicicletta è diventato un piccolo incubo quotidiano. L'anno scorso sono state rubate 2176 biciclette, 2027 nel 2006. Nei primi nove mesi di quest'anno, 1750. In via Taglio la signora chiude la sua Bianchi per entrare al bar ma mentre aspetta il caffè esce tre volte per controllare. Nel grande parcheggio davanti alla stazione c'è il catalogo generale degli antifurto inventati da chi cerca di difendersi dal terzo o quarto furto. C'è la vecchia Olympia dipinta tutta di rosso (sella compresa). Ci sono bici legate con due catene e due cavi di acciaio. Tante le due ruote senza sella. Il pendolare la stacca al mattino, la mette nello zaino e spera di non incappare in un ladro acrobata. Miseri resti raccontano furti perpetrati a pezzi e bocconi: una ruota tutta sola, un telaio senza ruote... I ladri hanno la faccia (italianissima) del ragazzo con il cappellino e facce arrivate da terre lontane. "Nel 30% dei casi - dice Amedeo Pazzanese, capo della squadra mobile - le bici sono rubate da tunisini e marocchini clandestini, che le prendono per farci dei giri, magari per spacciare droga. Poi, dopo questi "furti d'uso" le abbandonano. La maggior parte sono invece rubate da ucraini e moldavi che, soprattutto la domenica mattina, le vendono a connazionali che arrivano con furgoni per il trasporto pacchi".
"Quando andiamo nei casolari abbandonati - racconta l'ispettore dei vigili Enrico Guerra - per controllare occupazioni abusive, troviamo "depositi" con venti o trenta biciclette. In un garage abbiamo trovato dei moldavi che smontavano bici rubate e le riassemblavano, così da renderle irriconoscibili".
Sottopasso Cialdini, domenica mattina. Questa è una delle "aree sosta per corrieri" (per ritiro o consegna di pacchi delle colf e badanti) che in realtà è un mercato. Una ventina di furgoni targati Ucraina e un paio targati Polonia si trasformano in un supermercato. Bidone con aringhe in salamoia, salsicce, birra Obolon, giornali, riviste, biscotti, salami... "Io vengo a comprare il pane, sfornato ieri sera a Kiev", dice Irina. "E poi è bello poter parlare nella nostra lingua, comprare il giornale con le notizie del nostro Paese". Ci sono una decina di biciclette pronte alla partenza. Verso mezzogiorno, mentre i furgoni già stanno partendo, arriva Aldo, pensionato delle Poste. "Sono stato a controllare anche l'altro mercato, quello dei moldavi, in via Canaletto. Per caso, ha visto caricare un'Atala gialla?".
(da Repubblica.it)
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