Energia dalle pedalate, debutta la bici ibrida
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Energia dalle pedalate, debutta la bici ibrida
La "Green wheel" presentata a Copenaghen. Un progetto nato dall'idea di un italiano che lavora al Mit
C’è da dire che in italiano le hanno dato un nome davvero brutto e complicato: bicicletta ibrido-elettrica a pedalata assistita ad emissioni zero. Green wheel suona decisamente meglio. Anche se poi, ovviamente, la semplificazione anglosassone non rende certo l'idea del piccolo gioiello che è stato presentato ieri a Copenaghen: una bicicletta che riesce a trasformare in energia elettrica le pedalate, raccogliendo l'energia passiva (semplicemente le frenate). L'uovo di Colombo. Ovvero: un colpo di genio. Il colpo di Carlo Ratti, 38 anni di scienza italiana oggi al servizio del Massachusetts Institute of Technology di Boston.
«L’idea mi è venuta pensando alla Formula uno, ovvero al kers», dice il giovane professor Ratti spiegando che il kers altro non è se non l'acronimo (inglese) di un sistema di recupero dell'energia cinetica che si trova dentro le ruote e nel motore dei bolidi della Formula uno. Semplice no? No, ovviamente. Ma alla Ducati energia hanno capito subito che era il caso di dar retta a questo giovane professore italiano a capo di un team di una trentina di persone, età media trent’anni. «Sono entrata in contatto con loro grazie al ministero dell'Ambiente italiano», spiega Federica Guidi, sicura — come direttore generale della Ducati — che nel giro di sei mesi il prototipo di questa bicicletta sarà disponibile sul mercato a non più di mille euro. «A Copenaghen la bicicletta è un mezzo molto usato e noi dobbiamo prendere esempio da qui perché la lotta per la salvezza del pianeta passa molto attraverso i nuovi stili di vita», ha detto Stefania Prestigiacomo, che come ministro dell’Ambiente ha cofinanziato la realizzazione di questa bicicletta elettrica.
Una bici tutta bianca con un grosso copri ruota rosso fiammante: è tutto lì dentro il marchingegno magico. Che consiste in batterie con un processore elettrico, sensori, un motorino e lo speciale mozzo, il cuore, che governa lo sforzo del motore. È dotato anche di sensori ambientali in grado di ottenere in tempo reale informazioni sull’inquinamento urbano, sul traffico, sul tempo di percorrenza e, persino, sulle calorie bruciate durante la pedalata. Informazioni che vengono trasmesse in modalità senza fili sullo smartphone collocato sul manubrio. Ed ecco che la magica bici può avere in funzione anche un gps, oltre che stabilire se pedalare in modalità normale oppure turbo. Che dire? Provare per credere. Boris Johnson, sindaco di Londra, l'ha provata e ne è entusiasta.
(da Corriere.it)
C’è da dire che in italiano le hanno dato un nome davvero brutto e complicato: bicicletta ibrido-elettrica a pedalata assistita ad emissioni zero. Green wheel suona decisamente meglio. Anche se poi, ovviamente, la semplificazione anglosassone non rende certo l'idea del piccolo gioiello che è stato presentato ieri a Copenaghen: una bicicletta che riesce a trasformare in energia elettrica le pedalate, raccogliendo l'energia passiva (semplicemente le frenate). L'uovo di Colombo. Ovvero: un colpo di genio. Il colpo di Carlo Ratti, 38 anni di scienza italiana oggi al servizio del Massachusetts Institute of Technology di Boston.
«L’idea mi è venuta pensando alla Formula uno, ovvero al kers», dice il giovane professor Ratti spiegando che il kers altro non è se non l'acronimo (inglese) di un sistema di recupero dell'energia cinetica che si trova dentro le ruote e nel motore dei bolidi della Formula uno. Semplice no? No, ovviamente. Ma alla Ducati energia hanno capito subito che era il caso di dar retta a questo giovane professore italiano a capo di un team di una trentina di persone, età media trent’anni. «Sono entrata in contatto con loro grazie al ministero dell'Ambiente italiano», spiega Federica Guidi, sicura — come direttore generale della Ducati — che nel giro di sei mesi il prototipo di questa bicicletta sarà disponibile sul mercato a non più di mille euro. «A Copenaghen la bicicletta è un mezzo molto usato e noi dobbiamo prendere esempio da qui perché la lotta per la salvezza del pianeta passa molto attraverso i nuovi stili di vita», ha detto Stefania Prestigiacomo, che come ministro dell’Ambiente ha cofinanziato la realizzazione di questa bicicletta elettrica.
Una bici tutta bianca con un grosso copri ruota rosso fiammante: è tutto lì dentro il marchingegno magico. Che consiste in batterie con un processore elettrico, sensori, un motorino e lo speciale mozzo, il cuore, che governa lo sforzo del motore. È dotato anche di sensori ambientali in grado di ottenere in tempo reale informazioni sull’inquinamento urbano, sul traffico, sul tempo di percorrenza e, persino, sulle calorie bruciate durante la pedalata. Informazioni che vengono trasmesse in modalità senza fili sullo smartphone collocato sul manubrio. Ed ecco che la magica bici può avere in funzione anche un gps, oltre che stabilire se pedalare in modalità normale oppure turbo. Che dire? Provare per credere. Boris Johnson, sindaco di Londra, l'ha provata e ne è entusiasta.
(da Corriere.it)
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